In molti credono erroneamente che una tettoia non censita non rappresenti un problema, ne vanno invece valutate le dimensioni, l’ancoraggio alla struttura nonché le distanze dalle altre abitazioni (la tettoia deve rispettare la distanza di tre metri dalla costruzione del vicino).
La realizzazione di una tettoia, qualora non si tratti di strutture che per la loro natura non necessitano di un titolo abilitativo (rimovibili senza demolizioni e da considerarsi “precarie”), prevede La messa in atto di pratiche e di titoli che ne possano giustificare l’accatastamento.
Per coloro che desiderassero una planimetria conforme allo stato dei luoghi, c’è comunque la possibilità di sanare l’abuso a posteriori, purchè nella sua realizzazione si siano rispettate le norme edilizie, che sia conforme agli strumenti urbanistici locali, regionali e nazionali vigenti e sempre salvo diritti di terzi.
Per ottenere un permesso di costruire in sanatoria, sarà necessario incaricare un tecnico abilitato che dovrà calcolare gli oneri sanzionatori e presentare un’istanza al Comune, il quale si riserverà sessanta giorni per esprimere parere favorevole e quindi accogliere la domanda o diniego rispetto alla stessa.
Decorsi i termini senza che il responsabile del preposto ufficio comunale abbia dato un esito alla domanda, questa si intende non accolta, il così detto “silenzio-rifiuto”, a fronte del quale si può procedere con il ricorso ad un giudice amministrativo.